“La famiglia è luogo fondamentale per lo sviluppo del bambino… è il punto in cui il bambino nasce e incontra come si sta al mondo”. Queste le prime parole con cui la Dott.ssa Luisa Leoni Bassani (neuropsichiatra infantile), impegnata nell’opera educativa della Scuola paritaria ‘Il Pellicano’ di Bologna, ha aperto l’incontro con gestori, coordinatrici e alcuni insegnanti delle Scuole cattoliche della Diocesi di Imola alla presenza del Vescovo, il giorno 26 febbraio
Il confronto dal titolo: ‘Il compito della scuola cattolica nella relazione con le famiglie’ ha posto in evidenza la mission che è quella di comunicare, trasmettere e sperimentare che esiste una visione della vita, della persona, una positività, a partire dall’incontro cristiano. In una società dove i bambini trascorrono molto tempo a scuola, dove è esigua la presenza dei nonni, e dove a volte la scelta della scuola cattolica da parte dei genitori è solamente per avere un luogo ‘protetto’, tre sono gli aspetti che la Dottoressa ha evidenziato: la trasparenza del progetto educativo, l’accoglienza fatta dall’ascolto e da un dialogo autentico e la corresponsabilità educativa (seppur nella diversità dei ruoli).
La famiglia di oggi ha bisogno di sostegno e la scuola non ha il compito di ‘far funzionare bene’ il padre e la madre ma di sostenerli perché, per educare i figli, i genitori non hanno bisogno di tecniche o esperti, ma di assumersi il loro ruolo genitoriale. E’ quindi necessario che la scuola parta da un preconcetto positivo, cioè che (a parte casi estremi) quel genitore è il miglior genitore che quel bambino possa avere e che ha un desiderio di bene per il figlio.
Nel suo intervento, il Vescovo ha invitato gli insegnanti a dare fiducia alla famiglia, a costruire il rapporto e a coltivare una ‘rete’ tra le famiglie che va offerta loro: una rete di amicizia e sostegno che diviene un ‘villaggio’ reale. Inoltre ha sollecitato alla ‘testimonianza’: la scuola è un’opportunità di missione per comunicare, attraverso la vita, il bello vissuto; e la strada è quella di offrire un’amicizia e una compagnia, possibile solo se si ha un punto di appoggio solido, cioè se l’istituzione è consapevole dell’origine del ‘fare scuola’.
Rispetto ai ragazzi adolescenti, ci si è chiesti come aiutarli ad avere un criterio di giudizio con cui mettersi davanti alle sfide della vita, ed è emerso come questo abbia sempre una ‘faccia’, soprattutto per i ragazzi delle scuole superiore. Il clima è garantito da istituzione scolastica, ma il criterio è dato dalla persona. L’insegnante trasmette quello che nella quotidianità vive come persona, comunicando anche il criterio. Occorre essere ‘seminatori‘, ha precisato Sua Eccellenza, senza aver paura che il seme cada a vuoto, in una terra non fertile (che è esattamente come fa Dio con ciascuno di noi).
Diverse domande sono state poste alla relatrice sulla difficile relazione che oggi gli insegnanti hanno con i genitori, relazioni che dovrebbero partire, ha suggerito la dottoressa, dal punto in cui si trova il genitore, con il desiderio di una vera corresponsabilità, senza avere la pretesa di sapere già come le cose devono accadere, ma lasciando spazio alle domande e al confronto.
Il percorso organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Scolastica proseguirà con un appuntamento autunnale, nel quale le scuole federate incontreranno il prof. Francesco Fadigati (Direttore e insegnante della scuola "La traccia di Calcinate" – BG- e scrittore), per un dialogo sull’educazione, affinché la scuola paritaria cattolica possa offrire sempre più un contributo significativo alle nuove generazioni.
Claudia Ventura, insegnante e pedagogista FISM
Nella foto un momento dell'incontro
La scuola dell’infanzia Santo Stefano vuole condividere con tutte le altre scuole Fism una bella esperienza vissuta nella nostra realtà. Si dice spesso che la scuola la fanno le persone; nella nostra realtà educativa abbiamo un valore aggiunto a quanto detto: sono le famiglie dei nostri bambini
I genitori, in questi ultimi anni, ci hanno sostenuto e aiutato in tante occasioni e momenti di vita della scuola; sono riusciti, con grande caparbietà, a mettere insieme due realtà educative (Santo Stefano e Beata Vergine di Lourdes) per la nascita di un ciclo di Primaria a Bazzano, dando continuità ad un progetto educativo valido che ha a cuore il Bambino.
Per accogliere occorre fare spazio e condividere quello che si ha, mettendo in ordine gli ambienti. Così a breve, dopo tante tappe tecniche e burocratiche, siamo in procinto di importanti lavori di ristrutturazione nella parte più “antica” dell’edificio scuola. Per poter iniziare occorre però sgomberare, ed ecco che con l’input del nostro gestore don Tommaso, una squadra di genitori ha dato la disponibilità a svuotare tutti gli ambienti, dalla soffitta allo scantinato. Tutte le sere, per due settimane circa, spazio dopo spazio, abbiamo svuotato gli ambienti. Senza i genitori non ce l’avremmo fatta: sono stati veramente bravissimi.
E’ stato bello poter lavorare insieme “uniti” per il benessere di tutti: bambini di oggi e di domani.
Vi condivido un piccolo pensiero… durante la fatica di quei giorni mi veniva in mente una Parola: “Ispira le nostre azioni Signore e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento”.
E adesso attendiamo con impazienza l’avvio dei lavori.
Rosa Maria Ducato, Coordinatrice educativo-didattica della Scuola dell’infanzia “Santo Stefano”.
Nella foto genitori al lavoro
Mosse dal desiderio di sostenere economicamente la scuola e di ricostruirle attorno una comunità che la abbracciasse e la supportasse, abbiamo iniziato a pensare a cosa poter fare ponendoci alcune domande: Da dove cominciare? Che cosa fare in concreto? L’idea è venuta alle maestre: fare una cena di autofinanziamento. Ci sono voluti oltre sei mesi e molto loro impegno per realizzare questa idea
Sembrava semplice, invece il “Dove?” e poi il “Chi ci aiuterà?” seguito da un difficile “Quando?” e da un ancora più difficile “Come attirare l’interesse?” potevano scoraggiare, insieme a qualche ovvio timore. In aggiunta, la solita domanda:” E se facessimo tanta fatica e poi non venisse nessuno?” Alla fine, il Carnevale, l’entusiasmo e l’impegno delle maestre, due cuochi molto bravi oltre che disponibili, l’aiuto e il prezioso servizio degli Scout e gli spazi della Parrocchia, hanno reso tutto possibile. Oltre centosessanta persone hanno accolto l’invito: alunni vecchi e nuovi, e tante persone della comunità, si sono ritrovati e incontrati intorno a buon cibo, sorrisi, con il piacere di stare insieme per sostenere una scuola che tanto sta cercando di donare a bambini e famiglie e che, in questa circostanza, tanto ha ricevuto non solo dai presenti ma anche da alcuni che, non potendo esserci, hanno voluto comunque inviare il loro contributo. Dando vita e realtà ad una idea che aveva prevalentemente lo scopo di raccogliere fondi, si è potuto toccare con mano la bellezza del lavoro fatto e la presenza di una comunità viva che abbraccia e sostiene concretamente la sua scuola.
Michela Prando, coordinatrice educativo-didattica
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