«Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi» (Matteo 1, 20-23)
Questa nostra epoca, con la sua cultura molto disinvolta, con i tanti progressi conquistati, con i mezzi di collegamento col mondo intero, dunque con una ricchezza di possibilità, di fattori, sembra essere però in grande difficoltà circa la pace, la sicurezza, l’accoglienza, tanto da far prevalere la chiusura di tanti sistemi, anche mondiali, se non addirittura la chiusura di ognuno in se stesso, favorendo così l’egoismo dei singoli.
“Resta con noi, Signore, perché si fa sera”, si fa buio, con tutto lo smarrimento, l’incertezza, l’insicurezza che porta con sé. “Egli entrò per rimanere con loro “(Luca 24, 29).
Dio è entrato in questo mondo condividendo tutto, anzi, cercando le situazioni più estreme, certo come atto di solidarietà, di amore vero, solidale con ogni uomo e, ancor di più, per essere presente e continuare nel tempo a fare compagnia ad ogni uomo, anche all’uomo di oggi, in cerca di maggiore pace, benessere, autenticità.
Eppure la mentalità corrente, odierna, sembra proprio affermare di avere maggiore libertà, se si pone in una posizione di distacco, neutralità, se non di indifferenza verso il fatto del Natale di Gesù Cristo.
Allora sorge la domanda: Ma è proprio necessaria, non solo utile, opportuna, la presenza, la venuta tra noi di Cristo, Dio fatto carne come la nostra? L’attuale situazione non ci documenta forse che il singolo uomo e l’umanità intera non sono in grado di mantenere stabile la pace, la giustizia, l’accoglienza reciproca?
“E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama" (Luca 2, 13-14).
Ogni uomo ha bisogno di sperimentare un grande amore, per vincere l’egoismo, fonte di contrasto, se non di odio e ancor di più per mantenere quella pace, talvolta così faticosamente raggiunta. Il Magistero della Chiesa ci ricorda, anche di recente, che l’uomo non può vivere senza amore, senza quell’amore così pieno di misericordia, di perdono, di benevolenza che viene da Dio, anzi che è Dio, e a noi donato con l’effusione dello Spirito Santo, primo dono offerto ai credenti da Gesù, morto e risorto per la nostra speranza.
Don Luigi Gavagna, assistente ecclesiastico FISM Bologna
Nell'immagine "La Natività a lume di candela" (Georges de la Tour)
Nella Scuola dell’infanzia San Giacomo di Pianoro tutti i momenti in preparazione alla festa hanno preso spunto dal tema della Programmazione educativo-didattica annuale. Ai "Santi Angeli Custodi" di Ganzanigo (Medicina) una simpatica iniziativa della scuola per ricambiare il saluto delle nonne alla finestra
La Programmazione educativo-didattica di questo anno è ispirata al tema delle Emozioni. Una volta consolidata la conoscenza e il riconoscimento delle principali, abbiamo scelto di costruire un percorso educativo ispirato al valore della Gentilezza.
Per festeggiare il nostro Natale al meglio, insieme ai bambini abbiamo costruito "L'albero delle Emozioni", con i colori che abbiamo abbinato alle emozioni. Accanto all'albero, è stato costruito un "salotto in muratura" con un camino acceso, un orologio e un Presepe che incornicia il tutto. Attaccate al muro, abbiamo messo tante calze quanti sono i bambini presenti a scuola: sono le cosiddette "Calze della gentilezza". All'interno delle calze ci andranno i bigliettini con scritti tutti i gesti gentili compiuti da ogni singolo bambino nei giorni che precedono il Natale. Il nostro albero di Natale non espone le classiche palline ma immagini che evocano emozioni, prese dalla lettura di libri scelti appositamente. Siamo partite dalla lettura della "Nascita di Gesù" scritta nel Vangelo secondo Luca nel quale, immediatamente, i bambini hanno trovato le emozioni dell'Amore e della Gioia. Dulcis in fundo: nel Teatro della scuola si è tenuta la festa di Natale in cui abbiamo messo in scena le nostre Emozioni, alla presenza di tutti i genitori. Buon Natale
Scuola dell’infanzia San Giacomo-Pianoro
Chiara Rocchi, coordinatrice didattica e insegnante della scuola dell'infanzia "Santi Angeli Custodi" di Ganzanigo (una piccola realtà con meno di 40 iscritti e 2 sole sezioni) racconta l'iniziativa organizzata insieme alle due maestre: Antonella Camarda e Elena Odorici. "Tutto è cominciato due anni fa. Dopo la recita, per tenere in attività soprattutto i bambini più grandi, abbiamo fatto realizzare loro dei bigliettini natalizi. Ganzanigo è una piccola frazione con una forte presenza di nonne. Quando ci sentivano arrivare in passeggiata per il paese, si affacciavano e ci salutavano dalla finestra. Queste nonne noi non le conosciamo perché i bimbi della scuola non sono i loro nipoti. Abbiamo pensato, però, di ricambiare il saluto, ed ecco è nata l'idea, semplice, di fare loro gli auguri di Natale realizzando dei bigliettini. Abbiamo impiegato gli ultimi tre giorni di scuola a realizzare un centinaio di biglietti e, dopo pranzo, andavamo in passeggiata a riempire le buchette della posta con i nostri auguri. La cosa buffa è che sulla pagina Facebook della scuola sono arrivati tantissimi ringraziamenti ai "folletti" che li avevano portati. Un mattoncino in più per consolidare lo stretto rapporto tra la scuola e il territorio".
Nella foto a sinistra la calza della gentilezza della scuola di Pianoro. A destra la consegna degli auguri a Ganzanigo.
"Quando arrivò la proposta da parte della FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) di proporre anche il Sant’Alberto Magno fra le scuole accoglienti volontari del Servizio Civile, subito mi posi la domanda: perché? Innanzitutto, si trattava di capire bene cosa fosse, al di là delle generiche notizie di carattere storico e sociale. Seguirono incontri formativi e di presentazione dai quali colsi il primo aspetto che purtroppo la nostra vita ci porta a rilevare: un volontario porta un vantaggio economico alla scuola. Quindi aderiamo! Ed ecco l’incontro, i primi volontari, la gestione burocratica (per fortuna supportati da una buona piattaforma gestionale!), la fine di un ciclo e i nuovi ragazzi che arrivano"
Parte un nuovo bando, i colloqui di selezione, devo scegliere: perché non posso prenderli tutti? Sono bravi, motivati... e di nuovo ecco che si ripropone la domanda: Servizio Civile, perché?
Ogni ragazzo ha una storia che condivide con me, faccio amicizia, coinvolgo un altro OLP a scuola. Dai ragazzi riscopro la gratuità del servizio, che può esistere anche quando si parla di lavoro perché la gratuità del servizio è una dimensione del cuore che pulsa anche quando tecnicamente non sei un volontario. La gratuità è nel sorriso dell’accoglienza, nelle parole condivise, nello smile su Whatsapp.
Dopo l’aspetto relazionale ne scopro un altro: quello motivazionale, mio e dei volontari. Ma perché un giovane deve investire un anno della sua vita nel Servizio Civile? Parlo con loro e scopro tante diverse storie: per contribuire alle spese economiche sostenute dalle famiglie durante gli studi universitari, per capire se l’ambiente scolastico gli interessa oppure no, per mettersi in gioco in una dimensione di servizio, per fare nuove amicizie, per inserirlo nel cv, perché permette di accedere alle quote riservate dei concorsi pubblici, perché un amico è stato felicissimo dell’esperienza.
Scopro un mondo di bravi ragazzi e ragazze che si impegnano per stare con i bambini, i ragazzi e i miei colleghi, con voglia di imparare e “mettendoci del proprio”, che imparano che la scuola che li accoglie ha delle necessità e che bisogna essere solerti nel collaborare. Non tutto è scontato e facile, lo sforzo per imparare è grande anche perché per molti di loro è la prima esperienza lavorativa. Gli errori non mancano e vanno spiegati e risolti. Le cadute fanno parte del cammino.
Si affaccia l’atteggiamento di ascolto: Servizio Civile, perché? Siamo una grande comunità e quindi grazie per tante cose: per l’invito per l’aperitivo, per le iniziative di miglioramento proposte, per le discussioni affrontate e superate, per la fiducia nell’accettare delle imposizioni necessarie ma non capite, per la pazienza nello svolgere anche attività noiose. Grazie perché mi permettete di riflettere a fondo su di me e così riscoprire le personali motivazioni che anni fa mi fecero lasciare un lavoro che mi piaceva, per tuffarmi nell’avventura di una scuola cattolica: la gratuità, la passione educativa, la partecipazione ad una comunità educante, l’affascinante concretezza della fede condivisa.
E domani, quando arriverò a scuola e vedrò di nuovo i “miei” ragazzi, mi chiederò ancora: Servizio Civile, perché?
Paola Bugo - referente servizio civile Istituto Sant'Alberto Magno
https://www.politichegiovanili.gov.it/comunicazione/news/2024/12/bando-ordinario-2024/
Nella foto i volontari durante un aperitivo
© 2004-2024 FISM Bologna ETS (Partita IVA 00916140379)