Newsletter del 8 novembre 2024

50° FISM. Le radici e le ali: il convegno pedagogico è l'evento finale

Il ciclo di incontri dedicati al 50° FISM BOLOGNA si concluderà sabato 16 novembre, alle ore 9.30, presso l'Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’educazione "Giovanni Maria Bertin" (via Filippo Re 6 -Bologna), con il convegno pedagogico intitolato “Riconoscere le ragioni di una presenza: l’esperienza educativa delle scuole dell’infanzia federate FISM”

L'evento, che si svolgerà durante le settimane pedagogiche del Comune di Bologna, avrà come scopo quello di riconoscere e comunicare il valore dell’esperienza educativa all’interno delle scuole federate di ispirazione cristiana.
Anche questo momento finale avrà uno sguardo bifocale: guardare i passi fatti riconoscendo le radici delle nostre opere come beni insostituibili al servizio della comunità, ma anche identificare dimensioni pedagogiche (le ali) che raccontano di un impegno cristiano in ambito educativo 0-6 anni, aiutandoci a guardare con fiducia e speranza il futuro. Si tratta evidentemente di un impegno mai concluso e sempre in dialogo con i rapidi cambiamenti della nostra società e il convegno potrà essere quindi l’occasione per documentare esperienze educative capaci di parlare all’uomo di oggi e di affrontare le emergenze educative che caratterizzano l’attuale contesto socio-culturale.
Per questo motivo, l’ultimo evento del nostro cinquantesimo sarà dedicato alla narrazione di alcune esperienze di quattro scuole federate che sono state disponibili ad un confronto e ad un lavoro interno guidato, nei mesi scorsi, dal prof. Domenico Simeone dell’Università Cattolica di Milano.
Le esperienze verranno proposte attraverso un linguaggio narrativo/evocativo che, attraverso la valorizzazione di parole chiave e simboli, potrà mettere in evidenza alcuni elementi che rimandano ad una radice e ad un orizzonte comune.
Questo incontro rappresenterà un'importante opportunità per docenti, dirigenti scolastici, famiglie e operatori del settore, per riflettere insieme sulle sfide e sulle risorse offerte dall’approccio pedagogico cristiano: un’occasione unica per costruire insieme una visione educativa che guarda al futuro con speranza e responsabilità.

Lara Vannini – responsabile coordinamento pedagogico FISM Bologna

Nella foto la locandina del convegno

Santini antichi e testimoni. Alla scoperta dei santi, amici di Gesù

Il primo novembre la Chiesa ha celebrato la solennità di Tutti i santi. In molte delle nostre scuole dell'infanzia la festa è diventata occasione educativa di crescita e di memoria. Vi proponiamo due esperienze: quella della scuola "Beata Vergine di Lourdes" di Zola Predosa e della scuola "Santo Stefano" di Bazzano

"Bimbi, andiamo tutti in chiesina perché oggi la chiesina è vestita a festa! " Giovedì 31 ottobre siamo andati nella nostra cappella ed effettivamente c'erano decorazioni da festa: bandierine colorate e soprattutto immagini dei Santi, molti dei quali portavano i nomi dei bambini o di qualche loro familiare, ma con un "San o Santo/a" davanti. Abbiamo spiegato ai bambini che queste persone amiche di Gesù (così tanto da aver donato nella loro vita sulla terra tanto amore a tutti) stanno facendo festa in Cielo, in Paradiso, vicino a Gesù, a Dio Padre ed a Maria. Inoltre, i bambini hanno potuto sfogliare ed ammirare incantati, un album simile a quello delle figurine ma con i Santini antichi del papà di una maestra che era collezionista.
Questo breve e semplice momento è stata un'occasione per trasmettere il vero significato della festa dei Santi, festa di Speranza, di Luce e di Gioia.

Elisabetta Romagnoli- insegnante e coordinatrice scuola Beata Vergine di Lourdes


Il primo novembre è la festa di Tutti i Santi; ma chi sono i Santi? Sono persone come noi che hanno vissuto la loro vita seguendo il cammino di Bene tracciato da Gesù. Un cammino di luce, un cammino di ascolto della Parola di Dio...un cammino di opere buone e ricche di amore per Dio e per tutti gli uomini.
E alla scuola dell'infanzia Santo Stefano abbiamo proprio fatto esperienza di luce e di buio! Una mattina abbiamo accompagnato i bambini in una stanza in penombra, ci siamo seduti in cerchio e abbiamo atteso. Ad un certo punto abbiamo acceso un lumino che ha dato luce alla statua di un Gesù che avrà circa l’età dei nostri bambini. Accanto alla statua, deposto su un cuscino, il libro della parola di Dio (la Bibbia) e un foglio con alcune immagini di Santi e le parole di papa Francesco che, nella ricorrenza della festa del primo novembre, ha spiegato che “I santi sono uomini e donne che hanno la gioia nel cuore e la trasmettono agli altri”.
Prima di dedicarci alla costruzione del cartellone intitolato “I Santi testimoni della luce di Cristo”, abbiamo chiesto ai bambini di pensare alla luna e al sole: i Santi sono come la luna che splende di una luce non propria, che gli viene data dal sole, ed il sole è Dio. Ogni giorno, ogni momento della vita quotidiana diventa per tutti noi, come lo è stato per i Santi, un’occasione e un’opportunità di santità. Tutti siamo invitati dai nostri amici Santi, testimoni della luce di Cristo, a intraprendere questo cammino.

Rosa Maria Ducato, insegnante e coordinatrice scuola Santo Stefano – Bazzano

Nella foto a sinistra la collezione dei Santini (BVL), a destra bambini in cerchio (Santo Stefano)

Lasciateli giocare… senza smartphone! Una sfida per noi adulti

La circolare ministeriale dell’11 luglio 2024 che ha introdotto il divieto dell'uso degli smartphone per lo svolgimento delle attività educative e didattiche fin dalla scuola dell’infanzia (divieto peraltro già presente in diversi Paesi europei come Norvegia, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna e Francia), ha avuto il merito di fare luce sui rischi dell’utilizzo prolungato e precoce dei device elettronici in età evolutiva

Diversi studi internazionali ne evidenziano gli effetti negativi a livello cognitivo, relazionale ed emotivo e già nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità forniva indicazioni circa il divieto assoluto di restare fermi davanti a uno schermo per i bambini da zero a due anni, mentre dai due ai quattro anni i bambini non dovrebbero essere mai lasciati per più di un’ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere. Evidentemente la questione non si risolve con un divieto ministeriale o indicazioni normative delle varie agenzie internazionali, seppur doverose, ma anche in questo ambito viene chiamata in causa la responsabilità educativa degli adulti e la necessità di costruire una forte alleanza scuola-famiglia. Anche in questo caso l’avventura educativa non può essere solitaria. Cosa può quindi fare un genitore, un docente, un educatore? Come sempre il problema dell’educazione non riguarda innanzitutto i piccoli, ma noi grandi ed è un problema di testimonianza di vita circa il “nostro” rapporto con lo smartphone e le nuove tecnologie, perché i nostri comportamenti quotidiani diventano inevitabilmente modelli di identificazione per le nuove generazioni. Ricordiamo uno spot del 2007 “Children see, children do” che invitava a riflettere sulle nostre azioni pensando che dietro di noi, in qualsiasi momento, un bambino ci sta guardando e ci imita. Il punto è: che cosa vedono i nostri figli mentre ci guardano (spesso mentre abbiamo un cellulare in mano)? Quale ipotesi di significato della vita proponiamo loro? Le nuove tecnologie integrano o sostituiscono le esperienze di vita che caratterizzano la nostra quotidianità? In secondo luogo verrebbe da dire, riprendendo il titolo di un famoso libro del 2015 di Peter Gray, psicologo evoluzionista, ricercatore del Boston college: “Lasciateli giocare!”. Ad arrampicarsi sugli alberi, a costruire una capanna, a fare le pappe di fango, a riconcorrersi e fare salti, a nascondersi, a scavare buche, a dare un nome alle forme delle nuvole, a fare finta di essere pirati in un mare tempestoso…. Promuovere tempi e spazi distesi per il gioco libero dei bambini nei primi anni della loro vita, è una prima azione preziosa per sostenere il loro ben-essere e la loro crescita. Sempre Gray ci ricorda come gli adolescenti che hanno giocato di più nella loro infanzia, sono quelli meno ansiosi e narcisisti, più intraprendenti e autonomi. Non si tratta di un invito semplicistico ad un ritorno al passato e nemmeno di fare guerra alla tecnologia che contraddistingue l’azione creativa dell’uomo nel suo rapporto con la realtà, portando notevoli benefici ed opportunità, ma di ri-conoscere i rischi e cogliere la “sfida educativa” che la rivoluzione digitale pone a ciascuno di noi. Facciamo quindi nostro l’invito del prof.re Fabio Pasqualetti che, all’interno del testo del Centro Studi Scuola Cattolica dedicato alle emergenze educative, conclude: “È la nostra umanità che determina l’uso della tecnologia; se avviene il contrario è perché abbiamo perso la nostra essenza”.

Lara Vannini, Responsabile area pedagogica FISM Nazionale