Newsletter del 18 aprile 2025

Pasqua. Un atto d'amore gratuito che ha vinto per sempre i nostri limiti

“Ave, o croce, unica speranza, in questo tempo di passione accresci ai fedeli la grazia, ottieni alle genti la pace”. Una riflessione proposta dal consulente ecclesiastico della FISM Bologna in occasione della Settimana Santa

In questi giorni che ci preparano alla Pasqua, siamo tutti portati a fissare lo sguardo sul Crocefisso.
Sono tanti i pensieri e i sentimenti che proviamo. Da una parte c’è la gratitudine per un atto di amore, di dedizione, di offerta che Gesù compie verso il Padre suo e per la nostra salvezza; dall’altra c’è la consapevolezza di una consegna per noi, cioè quella dell’opportunità di una posizione adeguata davanti all’esperienza del dolore, della malattia, del nostro limite umano. Ci è data forza, consolazione, il sollievo della speranza.
Le braccia di Cristo aperte, in segno di accoglienza, ci fanno pensare ad una esperienza comune a tutti noi. In questo senso mi è tornato alla mente un quadro di Van Gogh, intitolato “I primi passi”.
Guardo quel padre, chinato a terra a braccia aperte, che invita il piccolo bimbo a consegnarsi a quel tenero abbraccio e vedo anche noi quando offriamo ai nostri bambini quell’abbraccio.
I primi, piccoli, incerti passi ci ricordano quelli di ciascuno di noi nell’abbandonarci all’abbraccio di Gesù in croce.
Nel dipinto di Van Gogh c’è una madre che ancora sorregge quel bimbo.
In questi giorni è la madre Chiesa che, attraverso la liturgia, ci sostiene per consegnarci a quelle braccia che, forti, ci sorreggono perché non cadiamo e comunque ci rialziamo per non smettere di imparare a camminare.
È Pasqua di risurrezione, di vittoria definitiva sui nostri limiti, fisici e morali, grazie a un atto di amore del tutto gratuito, affidabile, rassicurante.
Buona Pasqua di fede e di speranza.

Don Luigi Gavagna

Nella foto V. Van Gogh: I primi passi

I bambini e il linguaggio dell'arte. Una porta aperta verso l'infinito

La genialità creativa del francese Hervé Tullet e la narrazione poetico-documentaria dell’artista lituana Monika Vaicenaviciené, sono stati il filo conduttore di un laboratorio artistico, ma di fatto multidisciplinare, che ha visto coinvolte le tre sezioni della scuola dell’infanzia Lamma di Casalecchio di Reno

Lunedì 17 marzo la scuola dell’Infanzia Lamma ha ospitato un laboratorio/atelier tenuto da Giovanna Paternoster, una giovane e bravissima educatrice museale del MAMbo (punto di riferimento imprescindibile, e di respiro internazionale, per gli amanti dell’arte contemporanea).
Il laboratorio è stato strutturato in due percorsi distinti, della durata di un’ora ciascuno.
Il primo percorso, condiviso dai piccoli (i Pesciolini) e dai mezzani (i Pettirossi) è stato, di fatto, un originale e partecipatissimo approccio ludico alle forme e ai colori primari, nonché alle infinite potenzialità espressive che essi racchiudono.
La trama narrativa è stata tessuta con molta abilità dall’educatrice museale, che ha incentrato l’interazione coi bambini sulle iconiche immagini contenute nell’opera "Un libro" di Hervé Tullet. Le celebri palline colorate del geniale artista francese, dal sapore un po’ clownesco ed evocative di quei pallottolieri vintage così cari alla nostra memoria (almeno della sottoscritta, avente all’attivo 52 primavere), hanno affascinato i bambini coinvolgendoli sotto molteplici registri sensoriali ed espressivi. Sono difatti emerse, con una spontaneità inaspettata per le stesse insegnanti, spettatrici e in qualche misura moderatrici dell’evento, le loro competenze motorie, linguistiche, cognitive (vorrei rimarcare anche quelle sociali, non meno rilevanti delle già citate).
Dopo la creazione di un setting emotivamente favorevole (in questa fase iniziale i bambini si sono disposti in cerchio, per terra, insieme a Giovanna, ed hanno preso confidenza con l’educatrice museale dicendo a voce alta i loro nomi), la sezione dei piccoli e dei mezzani ha familiarizzato con lo strumento/libro conduttore, toccando le palline con l’indice e verbalizzandone i colori primari, soffiandovi sopra o dandovi piccoli colpi per vederle “magicamente” spostate e rotolate un po’ ovunque nella pagina successiva, ingigantite o rimpicciolite, assumere la forma di un treno o di un ridente volo di palloncini librati in aria, ed infine sovrapposte per creare con la loro amalgama l’affascinante gamma dei colori secondari.
A questa prima parte ‘informativa’ e ludica, ha fatto seguito la parte propriamente atelieristica: utilizzando delle superfici di carta di grosso taglio (plotter) e avvalendosi della tecnica della digito pittura, i bambini hanno sperimentato dal vivo i passaggi che dai colori primari conducono a quelli secondari, lasciando traccia grafica e certificabile della loro esperienza.
Il secondo percorso proposto dall’educatrice museale è stato destinato alla sezione dei bambini grandi (i Grilli Parlanti). Questa volta, a guidare la riflessione del gruppo, sono state le immagini poetiche e documentaristiche del libro "Che cos'è un fiume?" di Monika Vaicenaviciené. Stimolati dalle illustrazioni dettagliate ivi contenute e dalle domande mirate di Giovanna, i bambini hanno raccontato la loro relazione personale col fiume, condividendo le conoscenze sulla flora e sulla fauna fluviali, sul paesaggio, il clima, le attività umane riconducibili al contesto in oggetto. Il fiume come un lungo e avventuroso viaggio, il fiume come un filo che unisce parti distanti della terra, il fiume come una strada dalla destinazione misteriosa: sono queste alcune delle suggestioni emerse dall’interessante confronto tra Giovanna e i bambini. Anche questo percorso è terminato con la trasposizione grafica di tutti gli elementi naturalistici e paesaggistici precedentemente argomentati.
Inginocchiati di fronte ad un'unica, lunghissima superficie di carta, i bambini hanno raccontato con i pennelli e i colori il loro fiume, ognuno con la propria cifra stilistica: chi a piccoli tratti, chi a onde lunghe e marcate, chi ancora a grosse macchie create direttamente con le mani perché, in fondo, ognuno ha un suo fiume interiore, e ad ogni fiume corrispondono un viaggio e una destinazione diversa che nessuno conosce.
Mi piace concludere questa testimonianza rendendo un tributo allo stimato Bruno Munari, maestro di arti ma anche di gentilezza e umanità, il quale con il suo celebre motto “fare per capire” ci induce a pensare che le tracce grafiche sopra citate, materiche e come tali effimere, lasciano nella mente dei bambini una traccia indelebile che si fa linguaggio, conoscenza e memoria.

Laura Moscatelli, insegnante dei Grilli Parlanti

Nella foto un momento del Laboratorio

FISM. Esperienze. Progetto “Erasmus +", una opportunità di crescita

"Siamo da poco rientrate da una settimana trascorsa a Parigi e desideriamo condividere con voi questa meravigliosa avventura. Abbiamo avuto l’opportunità di metterci in gioco, di esplorare una nuova realtà educativa, di lavorare all’interno di un team internazionale e condividere momenti di riflessione e di divertimento con un gruppo fantastico di insegnanti di altre scuole che sono partite insieme a noi"

L'arricchimento che abbiamo ricevuto, sia a livello personale che professionale, è stato incredibile. I giorni prima della partenza sono stati scanditi da eccitazione, ansia e paura anche per il nostro inglese un po’ zoppicante… ma dal primo momento in cui abbiamo incontrato a Milano le colleghe della FISM per prendere il volo insieme, è stato tutto facile ed entusiasmante. Siamo rimaste colpite dal feeling e dall’empatia che si è creata tra di noi, abbiamo fatto squadra senza doverci dire le regole perché eravamo tutte incredibilmente allineate. Ci siamo immerse in questa realtà internazionale, la scuola Ermitage di Mason Lafitte, che ci ha accolto con grande interesse e messe subito al lavoro, dandoci l’opportunità di scoprire una realtà molto diversa dal nostro far scuola, ma al tempo stesso ci ha fornito tanti spunti di riflessione.
Questa esperienza non solo ha ampliato i nostri orizzonti, ma ha anche rafforzato i legami tra noi colleghe, creato nuove relazioni con insegnanti di altre scuole della rete FISM, creando un senso di comunità e collaborazione che ci accompagnerà nella quotidianità del nostro lavoro educativo.
Ringraziamo FISM per questa opportunità di crescita che resterà sempre nei nostri cuori.

Valentina, Lisa e Pamela, Giardino d’Infanzia (Imola)

Parigi, foto di gruppo delle partecipanti