SCUOLA A DISTANZA. L'esperienza delle scuole federate

Riflessioni - 19 giugno 2020

Coordinamento pedagogico Fism Bologna

Rituali, ricordi, ri- accoglienza

Tre parole fondamentali se si pensa alla chiusura e alla riapertura di un anno scolastico: sono un contenitore che dà sicurezza ai bambini.
Non va sottovalutato il valore dei rituali: permettono di recuperare l’identità e ripristinare i punti certi.
Nel lavoro di presa di possesso della realtà, occorre orientarsi nel tempo: è un lavoro che il bambino a riesce a fare attraverso la regolarità di alcuni eventi, fra cui i riti di qualsiasi tipo: dal cerchio al lavarsi le mani. Diversi sono i significati: il cerchio significa fare gruppo, lavarsi le mani significa prendersi cura, ecc. Il tempo scuola è scandito dai riti.
Il rito serve a significare qualcosa che non può essere visto, come il passare del tempo, l’essere diventato grande, il volersi bene, l’appartenenza ad una comunità. E non può essere detto con le parole. Non è visibile. Diventare grande non si scopre da solo, te lo deve dire un altro.
Per questi motivi, è necessario quindi, ‘marcare’ il passaggio dei bambini dalla scuola dell’Infanzia alla scuola Primaria con riti e simboli. Un appuntamento, un ritrovo, un diploma, un oggetto, una poesia o un messaggio, possono essere modalità nel quale il bambino ‘viene riconosciuto’ grande, pronto al passaggio, prende coscienza della sua crescita perché qualcuno gliela riconosce. Finisce un ciclo e inizia un altro. Crescere è un atto significativo: non solo è passato del tempo, ma è un salto qualitativo.
Ri-accoglienza di persone e della loro vita; di piccoli (bambini) e di grandi (genitori, familiari) e del rapporto che li lega e che costituisce parte integrante della loro identità. E a settembre più che mai, la parola accoglienza implica una relazione, uno scambio: qualcosa/qualcuno passa da una mano ad un’altra, da un luogo ad un altro; è una parola che sottende delicatezza e rispetto.
L’identità del bambino è fortemente segnata dalla sua famiglia, sia perché valori e modelli sono stati assunti da essa, sia perché, in modo molto più profondo, il bambino percepisce se stesso come “appartenente” alla famiglia, o meglio, alle persone che concretamente formano la famiglia: in primo luogo la madre e il padre con i quali in questo periodo ha trascorso un maggiore tempo insieme.
Accogliere il bambino significa quindi accogliere la famiglia a cui appartiene come un dato in sé positivo. Tutto ciò che facciamo per accogliere un bambino nasce da un rispetto, da una stima, da un affetto che investe, ancor prima di lui, la sua famiglia.
Non si sa ancora come si potrà effettuare l’accoglienza dei bambini a scuola, ma per la presa di coscienza dell’importanza della collaborazione con la famiglia che si è sperimentata in questi mesi, il rapporto di reciprocità tra gli adulti è un elemento decisivo della questione educativa ed è necessario averne chiaro il significato e il contesto entro cui si può attuare, lasciando alla responsabilità dei soggetti coinvolti la ricerca dei mezzi e dei modi più congruenti per realizzarlo.
Ricordi: come recuperare la memoria e la traccia del percorso degli ultimi mesi? Non si potrà riprendere la scuola come se nulla fosse successo. Occorre quindi fissare alcuni elementi fondamentali nel ripartire. I bambini sono cambiati in questi mesi e occorre ri-conoscerli, farseli raccontare dai genitori, per capire chi si sta ri-accogliendo e dare spazio alla narrazione, affinché i bambini mettano i pensieri in parole, in gesti o in giochi simbolici ciò che è accaduto loro. L’adulto dovrà essere presenza in silenzio e in ascolto, dovrà far spazio a ciascuno e lasciare un tempo per tutti. Per facilitare questo, alcune scuole hanno pensato alla ‘scatola dei ricordi’ riempita a casa, o alla valigia (piena di ‘tesori’ trovati, scoperte fatte, conquiste avvenute, disegni realizzati, manufatti di ogni tipo con materiale di recupero), hanno pensato a documentare con foto appese in sezione o nei corridoi, esperienze vissute a casa, raccolte tramite la Didattica a distanza. Un punto di consapevolezza per i bambini di ciò che è avvenuto, che può diventare, con l’aiuto delle insegnanti, un punto di partenza per la nuova avventura scolastica.
Allora si può ri-iniziare, augurando a tutti e ciascuno che sia vera la frase di Cesare Pavese:
“L’unica gioia al mondo a cominciare a vivere. È bello vivere perché vivere è cominciare sempre, ad ogni istante”.