Bologna città - 16 giugno 2020
le dade dell'Atelier dei Piccoli - Bologna
Siamo contenti di aver finalmente visto la possibilità di una riapertura per i bimbi dopo mesi di distanza e contatti on line e soprattutto che si ricominci a parlare di loro! Ma tante sono le perplessità che abbiamo, ora forse più di prima.
Sono tantissimi i vissuti differenti di questo lungo periodo di emergenza, c’è chi ha vissuto bene la quarantena in posti verdi, con i fratelli e sorelle e i genitori a casa. Per alcuni è stato un dono, un tempo dedicato e di grande qualità e cura.
Altri hanno vissuto l’isolamento da figlio unico, magari in un appartamento dove davvero con tutta la buona volontà e l’amore possibile non si può dare ciò che serve ad un bimbo dopo tanto tempo. E poi ci sono mille situazioni differenti, tra malattie, lavori, lutti…
Dopo 3 mesi di tutto questo, quando più che mai è necessaria l’accoglienza con cura e attenzione, l’ascolto, l’elaborazione dei traumi e molta gioia, ci chiedono di aprire con rigidi protocolli dove non è possibile far entrare i genitori nel giardino per accompagnare i piccoli al gioco, per attendere quel normale tempo di serenità né fare un piccolo inserimento.
Ci sono tanti cambiamenti in più da metabolizzare, la chiusura in bolle di 5 bimbi e una sola dada di riferimento e non potranno ritrovare tutti gli amici di sempre perché saranno in un altro spazio senza potersi abbracciare o rincorrere.
Gli adulti avranno la mascherina e nel ritrovarsi dopo tanto tempo nemmeno la commozione, i sorrisi, gli abbracci sono possibili perché mascherati e distanti dovremo dedicarci ai bimbi con tutta la nostra attenzione e i limitati strumenti che avremo.
Consapevoli che si tratta di una situazione emergenziale di cui però non sappiamo la durata, ci chiediamo dove siano finiti i diritti dei bambini al gioco, alla relazione, ad avere i propri tempi, a potersi fidare dell’adulto che sarà invece distante così come gli amici o i nuovi compagni di camps!
Dobbiamo scrivere un progetto da far approvare per poter aprire e vogliamo proporre un uso intelligente delle regole sanitarie: facciamo di tutto nel nostro meglio, creiamo bolle di 5 bimbi e un’educatrice stabili nelle settimane con spazio esterni ampi e separati e con una sezione intera dedicata bagno compreso. Facciamo attività all'aperto, laboratori, andiamo una volta la settimana in piscina usando un passaggio esterno e uno spogliatoio dedicato e siamo sempre noi ad entrare in acqua con loro e gestire l’attività avendone le competenze. Detto questo garantiamo tutto il possibile per contenere il contagio ma siamo pur tutti consapevoli che il rischio zero non esiste così come invece il rischio di un trauma e uno strascico emotivo è piuttosto reale.
Non ultima la coerenza: nei camps estivi, nelle scuole e nidi dove dovrebbero essere più al sicuro e potersi rilassare, le regole sono rigide e distanti anni luce da qualsiasi idea pedagogica. Poi questi stessi bimbi hanno fratelli e sorelle in altri gruppi o camps e a casa si rivedranno, poi si incontreranno a casa di amici e cuginetti, nei parchi e al mare e non sempre avranno tutte queste accortezze e regole. Quindi chi stiamo tutelando?
Se la tutela è per noi educatrici: NO grazie!
Non vogliamo essere la scusa per questa proposta che di socialità e normalità ha davvero poco ma vogliamo poter scegliere di lasciare i piccoli in libertà all'interno almeno di queste micro realtà che sono i gruppi. Vogliamo poterli prendere in braccio e accogliere come si deve con un vero sorriso e che possano leggere sul nostro viso come siamo contente di esserci di nuovo!
Crediamo davvero che il benessere dei bimbi nel poter rientrare in una vera socialità e spazio di gioco, di ascolto, di esperienza debba rimanere un punto centrale per cui stiamo continuando a partecipare a tavoli di lavoro perché questo venga garantito ma ci sembra sempre più impossibile.
La salute è fondamentale e va garantita prima di tutto ma passa anche attraverso le relazioni sane, le emozioni, le esperienze fortificanti e naturali e non possiamo pensare di isolare i piccoli in bolle singole fatte di gioco solitario a distanza.
La cosa più bella per noi in questo mese estivo, è sempre stata rilassarsi, divertirsi, sperimentare l’amicizia e nuove autonomie e mai come ora rimane la frase sentita tante volte dai genitori: “vedere i bimbi ritornare se stessi con naturalezzaâ€.
Lavoriamo affinché questo rimanga il senso della nostra professionalità .
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