Bologna città - 29 maggio 2020
Alice Nascetti, educatrice Sezione Primavera Minelli Giovannini
Durante il primo periodo di questa pandemia non ero cosciente di tutto quello che sarebbe successo… Man mano che il tempo passava cresceva in me la consapevolezza di quello che sarebbe stato e quindi la possibilità che per un periodo indefinito non avremmo più potuto fare scuola come sempre. Il mio primo pensiero è stato: “Proprio adesso che avevamo instaurato quel legame?†Ebbene sì, perché con bambini così piccoli tutto entra in gioco nella relazione. Una relazione così profonda che tocca tutti gli aspetti di ciò che siamo: fisicità , sensazioni, vicinanza, pratica, emotività , comunicazione non verbale… Tutti aspetti che ti portano ad “essereâ€. È grazie a questo rapporto autentico che i bambini iniziano il percorso alla scoperta di ciò che sono e ciò che li circonda. Proprio adesso che un rapporto di fiducia si era consolidato ci è sembrato che ci scivolasse dalle mani.
Questa domanda ha lasciato spazio al desiderio di esserci e far parte della crescita di ognuno di loro anche da lontano. In una situazione così straordinaria è stato fondamentale quell'aspetto su cui tanto cerchiamo di concentrarci e che ci permette di conoscere fino infondo i bambini che abbiamo di fronte. Si tratta di quell'alleanza educativa che porta educatrici e genitori a guardare verso la stessa direzione e cioè accompagnare il bambino nella sua crescita globale rivelando la persona che è. Ci siamo riscoperte attraverso la ricerca di modalità nuove e insolite, abbiamo avvertito il bisogno di sentirci più vicine ai bambini e ai genitori. Condividendo i nostri contatti personali li stiamo accompagnando in un percorso in cui questi ultimi sono i soggetti coinvolti in prima persona, con tutte le perplessità e le insicurezze che questo può implicare. Se prima si trattava di un aspetto fondamentale per una continuità tra esperienze vissute a casa e quelle vissute a scuola, adesso diventa un punto cardine su cui investire e in cui mettersi in gioco.
Coi bambini quello che abbiamo cercato di fare, nello specifico coi più piccoli, è stato offrire spunti per mantenere viva l’esperienza e i rapporti che avevano vissuto attraverso la scuola. Abbiamo mandato le foto degli amici e di noi educatrici in modo che potessero riprodurre a casa uno dei momenti di routine preferiti: il gioco delle presenze. Abbiamo poi utilizzato lo strumento delle videochiamate singolarmente e a piccolo gruppo. Sebbene uno schermo non sostituisca la presenza fisica e il tipo di interazione non corrisponde alle esigenze di bambini così piccoli, siamo state piacevolmente stupite dal risultato. Ognuno ha espresso la sua personalità attraverso il proprio modo di stare a questa relazione. Sicuramente quello che ha aiutato è stato strutturare a priori la videochiamata, rendendo partecipi anche i genitori. Abbiamo previsto un momento iniziale e uno finale di saluti, un momento di ascolto di alcune canzoni mimate ma anche un momento personale di partecipazione attiva. Abbiamo, infatti, chiesto a ognuno di loro di preparare qualcosa da far vedere alle educatrici e agli amici; aspetto quest’ultimo che gli ha permesso di crearsi delle aspettative in merito a ciò che sarebbe successo e gli ha dato il tempo di prepararsi anche emotivamente a questo momento. Ogni bambino si è sentito ricordato e riconosciuto dentro una relazione che è presente tutt'ora ma sotto una forma diversa! In una situazione come quella che stiamo vivendo diventa fondamentale condividere: il gioco preferito, una parolina imparata, la pittura di un prato fiorito o la grande conquista di aver tolto il pannolino!
In conclusione se inizialmente ci sembrava che quella relazione ci stesse scivolando dalle mani, in realtà stiamo vedendo crescere i “nostri†bambini attraverso gli occhi di chi li conosce di più: i loro genitori.
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