Imola e dintorni - 24 aprile 2020
Paola Ventura Coordinatrice delle attività educativo didattiche - scuola S. G. Bosco - Imola
Stanno arrivando alcuni feed back da parte dei genitori, rispetto a ciò che accade a casa. Parole semplici, ma che fanno riflettere su ciò che i bambini mettono in moto, elaborano, pensano ed esprimono. I genitori hanno la possibilità di accorgersi, vedere, i ‘passi’ di crescita, di consapevolezza che stanno facendo i loro figli.
Ecco cosa scrive una mamma all’insegnante: “Ciao! Eccoci anche noi...
N. vi nomina tutti i giorni, guardiamo i video e gli audio preziosi che ci inviate. N. risponde verbalmente e facendo faccine come se fossimo tutti in diretta, alla fine vi saluta e a qualsiasi ora è pronto a mettersi al lavoro.
Per la festa del papà , ha fatto il lavorino con grande concentrazione e soddisfazione! Poi mentre aiutavo D. nella sua impresa, completamente da solo, ha ritagliato dei coniglietti da un giornalino, li ha incollati e personalizzati facendo così altri lavoretti... Per la prima volta ho pensato che quella frase che ci dite tante volte “ogni tanto la noia sviluppa la creatività †è proprio vera! Qui ogni giorno se ne inventano unaâ€.
A commento del disegno del suo bambino di 4 anni (vedi foto), la mamma scrive: Quel giorno gli avevo fatto vedere le foto nella chat dei suoi amici che salutavano. Da solo ha preso carta e colori e ha fatto questo bellissimo disegno per i suoi amici e per la sua dada S. Gli ho chiesto: “Bellissimo, cos'è?†e lui: “È S. con tutti i miei amici†e ha iniziato ad elencarli, dicendomi di scrivere i loro nomi e indicandomeli uno per uno con il dito. Ma ha capito che non li aveva disegnati tutti (ed è rimasto anche un pochino male) e voleva subito continuare a disegnare gli altri...â€
Non è una grande cosa tenere nella mente, nel cuore e voler rappresentare tutti gli amici, uno ad uno, senza dimenticarsene nessuno?
Lo stesso accade a una bimba di tre anni, scrive sua madre: “Cara Paola, ieri mattina abbiamo seguito il video che ci avete mandato ed è stato un successo. Di solito M. non resiste tanto davanti allo schermo, va e viene, invece quando vi ha sentito fare l'appello si è entusiasmata. Banalmente credevo aspettasse con ansia di essere chiamata, invece voleva ripetere insieme a voi il nome di ciascuno dei compagni: il bello era chiamare gli altri, cioè ricordarseli. Per ciascuno ha fatto una moina o un gridolino diverso (su alcuni nomi l'entusiasmo si è infuocato... perché le preferenze ci sono!). Ecco, l'appello in questo caso non è stato più un momento tecnico per segnare -anche a distanza- le presenze, ma proprio una vera esperienza di memoria. Grazie!â€
Un’altra mamma ringrazia: “Qualche sera fa, ha imparato a tagliare le zucchine da sola, cosa che la fa sentire molto grande… È una scoperta continua e ti dirò che sono molto grata di questo tempo insiemeâ€.
Questo messaggio dice di un’alleanza scuola/famiglia: “Più va avanti questa storia e più mi rendo conto di quanto una famiglia per educare i propri figli ha bisogno di alleati come la scuola e che nostro malgrado non riusciamo mai a proteggerli fino in fondo e ad assicurare loro la felicità che Lui ci promette.â€
Infine, una mamma ringrazia la maestra per la narrazione del libro “A caccia dell’orsoâ€, perché la figlia di tre anni riguarda e riascolta l’insegnante che legge e canta ritornello che si ripete ad ogni pagina, quando la famiglia durante la passeggiata incontra vari ostacoli: un fiume, la melma, la tempesta... e ogni volta si ripete: “Non si può passare sopra. Non si può passare sotto. Oh no! Ci dobbiamo passare in mezzo!â€
La mamma si ferma e dice all'insegnante: “Beh, pensandoci, questo ritornello dice di noi oggi rispetto alla realtà : ci dobbiamo passare in mezzo!â€
In questi feedback “riflessivi†i genitori riportano alle insegnanti ciò che vedono accadere, aggiungendo anche un ‘pensiero’, una riflessione, che dice di uno ‘sguardo’ diverso, nuovo, nell'accorgersi dei figli che crescono. Non solo, svelano anche cose che forse prima non rivelavano ai docenti, e così l’alleanza educativa diventa autentica, vera e il dialogo si infittisce di cose che gli insegnanti altrimenti non vedrebbero.
Ed è come se in questo accompagnamento nell'educare i figli, padri e madri si lascino educare anch'essi. Può accadere infatti, che ascoltando una storia per il figlio, si scopra anche un modo interessante di stare di fronte a questa realtà senza ‘scappare’, senza censurare o senza bloccarsi per la paura. Non rimane che capire come "ci dobbiamo passare in mezzo!". Forse la domanda di felicità a Colui che la compie, può essere una strada.
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