Riflessioni - 24 aprile 2020
Coordinamento pedagogico Fism Bologna
Il tempo passa, giorno dopo giorno, e l’allarme sanitario non sembra terminare. Ora il problema inizia ad essere proprio la ‘tenuta’. Più passa il tempo di questa quarantena, più si fa fatica a ‘tenere’. Probabilmente, non sono tanto i bambini, ma gli adulti che hanno questo problema. I bambini “scalpitano†quando i genitori lo manifestano.
I bambini ci guardano e hanno bisogno che diamo loro la certezza: di cosa? Le cose non stanno andando bene e quando sarà finita, non riprenderemo la strada da dove l’abbiamo lasciata. Sarà un nuovo inizio per tutti.
Siamo chiamati a un lavoro di scavo per dissotterrare le cose di valore che avevamo trascurato e abbandonato in soffitta: rapporto, empatia, immedesimazione nell'altro, reciprocità , responsabilità , corresponsabilità , umiltà , solidarietà , compagnia, destino… Siamo chiamati a riconoscere le fondamenta sulle quali possiamo costruire insieme la più bella cattedrale che ci sia dato di costruire: l’umano.
Avevamo già ripreso la frase di V. Havel: “La speranza non è la stessa cosa dell’ottimismo. Non è la convinzione che una cosa andrà bene, ma la certezza che questa cosa ha un senso, indipendentemente da come andrà a finireâ€.
Riferiamolo ai bambini: un bambino diventa maturo se riconosce che quello che gli è dato da vivere ha uno scopo. Il tempo gli è dato per scoprire scopo e modalità con cui questo scopo si dà nella realtà e per impegnarsi con esso, per costruire la sua vita e quella del mondo.
Perché “I bambini pensano grande†(titolo di un libro del maestro Franco Lorenzoni). Racconta un nonno che il nipote di 4 anni, dopo aver scelto con cura uno dei suoi dinosauri preferiti, lo ha dato alla mamma medico, che usciva per recarsi all'ospedale dove lavora, dicendo: “Tienilo tu, così ti accompagnaâ€. I bambini pensano grande: sanno rendersi conto di quello che accade e sanno trovare una soluzione solidaristica, altruistica. “Se i dinosauri gestiscono le mie paure, potranno gestirle anche quella della mamma che va in ospedale che è un posto pericolosoâ€, avrà pensato questo bambino.
Occorre quindi accompagnare i bambini, perché da soli non ce la fanno, ma c’è una resilienza da intercettare, e il bambino sarà in grado di affrontare la realtà per quella che è, a condizione di aver accanto adulti con una buona ‘tenuta’, capace di sostenere la loro resilienza.
Allora emerge, in modo ancora più importante, la necessità che i genitori siano gli alleati degli insegnanti, affinché vi sia una condivisione sempre più consapevole dei significati delle azioni e delle proposte che vengono messe in campo dai docenti stessi. Una alleanza carica di rispetto e fiducia reciproca per il ruolo che ciascuno è chiamato a svolgere con responsabilità dentro una reciprocità , dentro una condivisione. Ancora, un’alleanza necessaria per l’importanza dei feed back che i genitori mandano agli insegnanti. Soprattutto ora, ma da non dimenticare mai.
Tante esperienze vengono proposte infatti tramite le nuove tecnologie, in forme e modi diversi; ma cosa sanno le insegnanti di ciò che accade a casa, di come si comportano i bambini di fronte ai video, agli audio, alle cose da fare: come reagiscono, e cosa dicono, anche nei giorni successivi? Abbiamo sempre sostenuto una ‘progettazione’ che consista in proposte e ‘rilanci’ calibrati, pensati, e ripensati in base alle ‘risposte’ dei bambini.
Tutto questo con i bambini “a distanza†non è possibile, a meno che non siano i genitori a fare da testimoni, per custodire, tenere memoria e condividere con i docenti, lasciando una ‘traccia’ di ciò che accade.
Ma nella società in cui viviamo, sbilanciata sull'immagine, i feedback spesso sono “immediatiâ€, reattivi: un messaggio su whatsapp, si guarda e si passa ad altro.
Occorre sollecitare un feedback di tipo riflessivo. La modalità per aiutare bambini e genitori a cogliere il senso di quello che sta accadendo dipende da questa modalità di tipo riflessivo: “‘mettere il pensieroâ€, perché il pensiero è sempre “embodiedâ€, cioè “incarnatoâ€, nasce dall'esperienza che faccio. Questo compito e questo lavoro spetta agli adulti. Insegnanti e genitori indistintamente, secondo le circostanze date.
Allora ancora più bello sarà il valore del testimone nel rapporto di unità tra gli adulti.
Oggi più che in passato, per avere dei feed back dei bambini, gli insegnanti devono necessariamente affidarsi ai genitori. Il rapporto di unità è possibile se c’è fiducia. Allora nasce una nuova sfida per i docenti: per affidarsi occorre riconoscere che il testimone è affidabile e costruire fondandosi su questa unità . Non vi è altra strada. Buon cammino.
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