Riflessioni - 31 marzo 2020
Cinzia Mazzoli - pedagogista FISM Bologna
In questi giorni in cui ciascuno desidera mantenere, per come è possibile, contatti e relazioni a distanza, diverse sono le iniziative che mi sono pervenute dalle scuole in cui svolgo la mia attività di coordinatrice pedagogica Fism Bologna. Devo ammettere che all'inizio ero un po’ perplessa sull'utilizzo di questa modalità digitale, perché pensavo che forse avrebbe contribuito ad aumentare i tempi di esposizione davanti ai video, proprio ciò su cui spesso ci si trova a dibattere per limitarne, appunto, l’impiego e la durata. Tuttavia, prolungandosi anche il periodo dell’isolamento e del non poter tornare a scuola, sto valorizzando il positivo di questa opportunità e quello che mi è arrivato e che ho sentito, è senza dubbio un grande affetto ed una grande attenzione di cura che ciascuna insegnante sta esprimendo verso i bambini e le famiglie della scuola, e che ha desiderato condividere anche con me nel rendermi partecipe delle loro proposte e del loro sentimento.
Ecco che allora ho potuto leggere la storia inventata dalle insegnanti che si intitola “Coronello, il virus birbantello†in cui, attraverso un video supportato da disegni, un’insegnante racconta ai bimbi. E poi la storia “La pazienza del bruco†che un’altra maestra ha raccontato per spiegare che in questo periodo tutti ci sentiamo un po’ come il bruco che è chiuso nel suo bozzolo, nella sua casetta, ma che prima o poi, quando sarà il momento giusto, uscirà .
Ho potuto condividere i saluti delle dade, le canzoni, le filastrocche, foto delle insegnanti, intravedere spazi delle loro case, i loro giardini, da cui hanno prodotto i brevi video inviando proposte di piccoli laboratori da sperimentare a casa con i genitori. E’ stato come un di più di affetto inaspettato che si è aperto e che mi ha permesso di conoscere maggiormente ciascuna insegnante, il proprio intimo, quello che non vedo quando vado nelle scuole, ma che racconta di ciascuna di loro, del loro essere: gli oggetti, i colori, le piante che adornano, gli animali domestici che passeggiano e che a volte entrano nei video, la finestra dietro da cui filtra la luce, la cura del bello nell'allestire lo spazio con un tappeto colorato o con i cuscini o magari anche una candela accesa… tutto racconta della generosità nell'aprirsi e donare, anche in questo modo, parti di sé dando vita ad uno scambio che passa attraverso azioni, immagini, simboli, parole che esprimono presenza ed affetto. Tutto ciò mi ha molto emozionato.
Infine, per concludere questa breve riflessione, una coordinatrice di una scuola, proprio ieri sera, mi ha inviato alcune foto di un’attività che ha fatto un bimbo, suggerita dalle insegnanti tramite video per la festa del papà . La particolarità è che questo bimbo attualmente non è in Italia, ha frequentato per qualche mese questa scuola, e dovrebbe poi ritornare ad ottobre. La coordinatrice, commentando le foto, mi ha proprio scritto: “Le sue manine operose al lavoro. Lontane, ma vicine…un evento spiacevole come questo isolamento forzato, ci sta permettendo di tenerlo vicino come gli altri…chissà se lo avremmo fatto comunqueâ€.
Da situazioni difficili come questa emergono belle opportunità . Credo che l’importante sia accogliere ciò che c’è di positivo, mantenere fede, fiducia e speranza, quella speranza che alimenta l’obbedienza di questi giorni, che ci apre alla condivisione, al dare valore a ciascun volto e a ciascun nome, vicino o lontano, che ci invita all'unità e che ci fa cogliere il bene, il buono, il bello nelle piccole cose che sono ricche, sempre, di significato.
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